Una numerosa e continuata processione di persone andava a sottoscrivere la petizione. Ma la parte monarchica, quantunque avesse perduto terreno, era forte ancora; avendo dal canto suo l'opinione della maggioranza della nazione, ed in genere, la legalità, perchè la monarchia era tuttora il governo legale della Francia. Non aveva però dal lato suo la legalità nella questione speciale se dovesse impedirsi colla forza la sottoscrizione di quella istanza, perchè un decreto dell'Assemblea guarentiva ai cittadini il diritto di petizione. Sventuratamente si volle rispondere alla petizione con un'istantanea e sanguinosa repressione.
Mentre un'innumerabile moltitudine di uomini, donne e fanciulli, erano intenti al ballo e ad altri divertimenti popolari, forti drappelli di guardia nazionale e di linea, tanto fanteria, quanto cavalleria, sboccarono d'improvviso da varie parti nel campo di Marte. Furono effettuate delle cariche micidiali, delle quali rimasero vittime, secondo alcuni rapporti, duecento persone; secondo altri sino seicento. La strage del campo di Marte, più ancora che un'altra avvenuta prima a Nancy, creò un fermento di odio e di vendetta negli animi popolari contro la parte monarchica, e prestarono non già una giusta scusa, ma un fatale eccitamento alle future stragi iniziate da parte democratica.
Nonostante la dolorosa catastrofe del Campo di Marte, l'Assemblea costituente condusse a termine il lavoro della Costituzione. Questa lasciava al re poco più che l'ufficio di aggiungere il suo visto ai decreti di un'assemblea sovrana da eleggersi dal popolo, oppure di opporvi il suo veto.
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