Si è scoperto ai nostri giorni che lo sciame meteorico nella notte del 10 agosto proviene dal parziale discioglimento di una cometa, di cui il principale ed imponente avanzo, ancora compatto, è la grande cometa del 1862. Il volgo chiama le stelle cadenti del 10 agosto le lagrime di San Lorenzo, perchè quel giorno, nel calendario cristiano, è dedicato alla memoria del martire Lorenzo. Quello spettacolo, naturale ed anche grazioso, ma allora non ancora spiegato, produceva nell'imaginazione della principessa Elisabetta, ed in quella delle altre donne delle Tuileries, l'effetto di un lugubre augurio, ed eccitava le loro lagrime.
La tristezza loro divenne maggiore quando, in sulla mezzanotte, s'incominciarono a sentire di lontano i rintocchi di alcune delle campane che suonavano a stormo, per chiamar il popolo alla battaglia. Alle tre si incominciò a battere la generale, coi tamburi, nel formidabile sobborgo di Sant'Antonio. Però il re, che spesso mandava fuori delle persone ad esplorare i varii quartieri di Parigi, prese un fallace augurio di vittoria alla parte sua, quando vennero a riferirgli che le campane ed i tamburi facevano poco effetto; cioè che pochi si muovevano. Era troppo di buon'ora. I popolani, più sicuri del fatto loro che non era del suo il re, dormivano ancora. Non però i loro capi. I delegati delle sezioni rivoluzionarie, con un movimento pieno di audacia ed abilmente combinato, invasero di buon'ora l'Hôtel de Ville, ossia il palazzo di città, ed assunsero violentemente le funzioni della vecchia amministrazione municipale.
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