Il diplomatico austriaco, incaricato di stendere la minuta del trattato di Campoformio, aveva messo per primo articolo: Sua maestà apostolica, l'Imperatore di Germania, riconosce la Repubblica Francese. Cancellate quell'articolo, disse sdegnosamente Bonaparte; la Repubblica Francese è come il Sole; non ha bisogno di esser riconosciuta. Belle parole, che aumentarono la popolarità, già divenuta grandissima del giovane guerriero, ma non impedirono la distruzione della Repubblica Francese per opera di Bonaparte stesso, nel 1804; come il riconoscimento della povera Repubblica Cisalpina, nel 1797, non le tolse di esser distrutta dall'Austria e dalla Russia, nel 1799, mentre Bonaparte era in Egitto.
Mandato dal Direttorio, con una flotta e con un esercito, in Egitto, Bonaparte vinse la battaglia delle Piramidi, il 21 luglio 1798. Prima della battaglia delle Piramidi, disse: Soldati, dalla cima di quelle Piramidi quaranta secoli vi contemplano. La battaglia delle Piramidi aperse a Napoleone le porte della grande e vicina città del Cairo, capitale dell'Egitto moderno, come Menfi, più vicina al luogo delle Piramidi, fu, dopo Tebe, la capitale dell'antico Egitto.
Ma, undici giorni dopo la battaglia delle Piramidi, cioè il primo di agosto, 21 luglio giuliano, la flotta inglese, comandata da Nelson, disfece la flotta francese nella baja di Aboukir, vicino ad Alessandria.
Tornato inaspettatamente in Francia, Bonaparte perpetrò il celebre colpo di stato del 18 brumale, anno VIII, ossia 9 novembre 1799 attuale, disperdendo, colle bajonette, i due consessi legislativi, e rovesciando il Direttorio.
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