Accrebbe l'allegrezza il vedere mense, appresso all'eremo, rusticamente imbandite per opera dei religiosi; provvidenza del Console che aveva loro mandato denari all'uopo. Ebbero vino, pane, cacio. Riposaronsi fra cannoni e bagagli sparsi, fra ghiacci e nevi agglomerate. I religiosi si aggiravano fra i soldati con volti dipinti di sedata allegrezza. Bontą e forza su quel supremo monte s'accoppiava.
«Fu difficile e pericolosa la salita, ma ancora pił difficile e pericolosa la discesa, essendo pił rapido e pił precipitoso il pendio delle Alpi dalla parte italiana che dalla parte opposta. I soldati si calavano anche sdrucciolando per la neve. Intanto le aure soavi d'Italia cominciavano a soffiare; grato annunzio del clima italico, ma pericolose per la maggior frequenza delle valanghe.
«Bonaparte trovņ uno sgradevole ostacolo nel piccolo forte di Bard, che sbarrava la valle. Dopo averlo inutilmente assaltato, il Console comandņ ai soldati di arrampicarsi su per un monte di fianco, e di passare oltre il tiro del cannone. Restavano le artiglierie. Ad impedir il rumore dei carretti, distendeva letame per la contrada principale di Bard, avviluppava con istrame i cerchi delle ruote, e tirando velocemente e di notte tempo operava che le artiglierie riescissero felicemente oltre la terra. Si accorgeva il castellano dell'arte usata dagli avversari, e folgorava con grandissimo furore fra il bujo della notte, ma la oscuritą da una parte, la celeritą dall'altra, furon cagione che i repubblicani patirono poco danno in questa straordinaria passata.
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