Per diminuire la difficoltà del passaggio reale, il 24 novembre Napoleone ordinò di simulare un tentativo di passar la Beresina al di sotto di Beriscow, ma risalì lungo la riva sinistra del fiume per andar a trovare un passaggio a Studianka, dove anche Carlo duodecimo re di Svezia aveva passato la Beresina nel 1708, avviandosi ai campi per lui fatali di Pultava.
La Beresina ha una sezione eguale incirca a quella del Tevere di Roma: un cento metri in larghezza, due o tre di profondità: troppa per esser guadabile. Mercè l'abilità e la devozione del general Éblé, e de' suoi pontonieri, i quali ebbero a lavorare mezzo immersi nell'acqua e nel ghiaccio, furon costruiti due ponti di cavalletti, uno più solido per le vetture, l'altro per la cavalleria e la fanteria. Cominciò il passaggio nella sera del 26 e continuò in tutto il giorno seguente; ma intanto i Russi bersagliavano i Napoleonici sopra ambedue le rive della Beresina. Oudinot, Ney, Victor, fecero grandi prodezze per coprire il passaggio, ma le palle e le granate delle artiglierie russe, giugnendo ciò non ostante sui ponti, sparsero la confusione fra quelli che passavano, e peggio su quelli che al passaggio si accingevano. Come troppo di frequente suol avvenire nelle folle disordinate, i fuggiaschi si impedivano, si rovesciavano gli uni sugli altri. Settantamila persone si accalcavano per passare; ma quel fatale ingombro fu cagione che non ne passò più della metà. Alcuni si gettavano nel fiume, tentando di passare sul ghiaccio, altri vi erano spinti dalla folla, ma molti di essi eran tosto inghiottiti dalle onde frangendosi il gelo sotto il lor peso, altri venivan trasportati dalla corrente galleggiando sui pezzi di ghiaccio più grossi; guari però non tardavano a sommergersi pur essi per la maggior parte.
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