Napoleone intanto si volse alla sua sinistra, apprestandosi ad attaccar gl'Inglesi l'indomani 18 giugno. L'esercito Inglese occupava una eccellente posizione difensiva a cavaliere di un colle poco alto, ma lungo otto chilometri, chiamato il monte di San Giovanni; appiè del quale, dietro a lui, dalla parte di Bruxelles, stava il villaggio di Waterloo. La memoranda battaglia prese quel nome non perchè ivi precisamente siasi combattuto, ma perchè Wellington vi teneva il suo quartier generale, e di là spediva i dispacci. Arturo Wellington, già insigne per le sue vittorie nell'India e nella penisola Iberica, e specialmente per le linee da lui costrutte a Torres Vedras onde coprire Lisbona, per la battaglia di Salamanca, da lui vinta il 21 luglio 1812, e per quella di Vittoria, pur vinta da lui nel 21 giugno 1813, era destinato ad ottenere il 18 giugno 1814 una vittoria ancora più splendida.
Avvenne che nella notte fra il 17 ed il 18 levossi un fiero temporale, e cadde una dirotta pioggia, la quale inzuppando il terreno rendevalo per qualche tempo incapace a sostenere il passaggio delle artiglierie. Questa circostanza favoriva Wellington, che si teneva sulla difensiva aspettando l'arrivo dei Prussiani; ed era sfavorevole a Napoleone, impaziente di assalire. Egli stimò necessario l'indugio sino alle undici del mattino per lasciar al terreno il tempo di asciugarsi sotto i raggi del sole estivo. Quella pioggia e quel ritardo furono due anelli nella fatale catena de' suoi disastri; conciossiachè se egli avesse potuto cominciar l'assalto di primo mattino, come agognava di fare, è probabile che Napoleone avrebbe avuto agio di consumar la disfatta degl'Inglesi prima che a loro arrivasse il soccorso Prussiano.
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