Alle undici e mezza antimeridiane Napoleone diede il segnale della battaglia, ardentemente bramato dai suoi soldati. In obbedienza al segnale, tuonarono immediatamente centoventi pezzi d'artiglieria francesi. Cavalieri e fanti e francesi slanciaronsi innanzi col lor solito impeto; e fra molte vicende andavan guadagnando terreno. Tutt'a un tratto Napoleone, esplorando l'orizzonte col suo cannocchiale dall'altura della Belle Alliance, di fronte a quella di San Giovanni dove era Wellington, si accorse di una specie di ombra nera, la quale pareva muoversi in lontananza alla sua destra, dalla parte di Vavre. Che è? Da quella banda eranvi jeri i Prussiani, pensava Napoleone: ma vi è o dovrebbe esservi di mezzo Grouchy, al quale ho spedito reiterati ordini di venir ad attaccare gl'Inglesi.
Non era Grouchy: era Blucher, il quale guidando ottantamila Prussiani andava ad unirsi a Wellington. Grouchy lo aveva. lasciato passare! Ma prima che i Prussiani giungessero, gli Inglesi ebbero a soffrire ancora altre perdite molte e gravi. Ney si era scosso alfine, e per riparare alla sua vacuità d'azione nel giorno 16, moltiplicava gli atti di audacia, anche soverchia ed intempestiva, perciò nocevole. Noto per incidenza che Ney erasi pel suo valor personale acquistato il titolo ufficiale di principe della Moskowa, ed il soprannome non ufficiale, ma più onorevole, di bravo dei bravi. Nel 1814 abbracciò la parte dei Borboni, e udendo del ritorno di Napoleone dall'isola d'Elba, si vantò con Luigi XVIII che gli avrebbe condotto il Corso entro una gabbia; ma quando incontrò Napoleone che gli disse: venite a me, bravo de' bravi, si sentì soggiogato dall'ascendente morale del suo antico capo, e tornò al servizio di lui.
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