La versatilità del carattere di Ney ed il suo coraggio personale spiegano l'opposta condotta di lui ne' due successivi giorni 16 e 18 di giugno. Ney però fece poscia una nobile fine, essendo condannato a morte dalla Camera dei pari, della quale era membro, per la sua defezione ai Borboni, e fucilato.
Torno alla battaglia di Waterloo. Mentre Ney eseguiva delle cariche brillanti ma temerarie contro gl'Inglesi, arrivarono i Prussiani, e si azzuffarono colla destra francese. Dapprima la giovane guardia francese fu battuta. Ma due battaglioni della Vecchia Guardia, la quale era tutta composta dei più prodi veterani, attaccarono dal canto loro i Prussiani, e ad essi inflissero una parziale ma sanguinosa rotta. Napoleone tentò di trar profitto di questo transitorio successo contro i Prussiani per finirla contro gl'Inglesi. Mandò pertanto nuove istruzioni a Ney, e, ponendosi alla testa di altri battaglioni della Vecchia Guardia, assalì egli stesso furiosamente la più forte e decisiva posizione degl'Inglesi, la quale si chiamava la Haie sainte, la santa siepe. Il generale inglese Picton fu ucciso. Kempt, il quale prese il posto di Picton, mandò una staffetta a Wellington a domandar rinforzi, perchè non aveva più che due o tre mila uomini. Muojano tutti, rispose freddamente Wellington. Dei cattivi soldati, udendo una tal risposta, invece di star là a morir tutti, se ne sarebbero andati via lestamente colle lor proprie gambe; ma quelli erano degni soldati britannici, e rimasero al loro posto.
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