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      Così prostrati separatamente i volontarii, Radetzky potè volger di nuovo, ma con miglior esito per lui, tutte le sue forze contro l'esercito regolare piemontese. Ne seguì la finale e decisiva battaglia di Custoza, numero uno, il 25 luglio 1848. I Piemontesi, pochi, trafelati, scoraggiati, affamati, furono vinti dagli Austriaci numerosissimi, vigorosi, imbaldanziti, vettovagliati. Vedremo più avanti, che vi fu un'altra battaglia di Custoza, nel 1866, egualmente perduta dagl'Italiani per l'imperizia dei loro duci.
      Radetzky adunque ebbe per alleato, in quel giorno, anche il digiuno nel campo italiano. Perocchè l'insipienza ed il poco amore dei capi aveva lasciato mancare ai poveri soldati italiani il cibo, nelle grasse pianure lombarde. I barbassori incolpano di mancato patriottismo i contadini perchè non diedero da mangiare all'esercito liberatore; ma le pianure lombarde son grasse pei ricchi proprietari, e non pei miseri coltivatori. L'abitante di un casolare di campagna avrà forse appena la polenta necessaria alla sua famigliuola per uno o due giorni; pretendete voi che sappia e possa improvvisar il pranzo per un reggimento? Carlo Alberto, sfiduciato, si ritirò a Milano, ed ivi patteggiò un armistizio coll'Austria il 9 agosto 1848.
      Uno degli ultimi arrivati, ma ultimo a depor le armi in quella campagna, fu il general Giuseppe Garibaldi, di cui il nome ci verrà innanzi ben molto altre volte ancora nel seguito di questo volume. Già prima del 1848 il suo nome era circondato da un'aureola di popolarità in Italia per la fama delle prodezze da lui operate in America.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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