Lo sguardo de' suoi occhi azzurri era dolce e penetrante; forte, armoniosa e simpatica la voce. Aveva l'anima Greca e Romana; l'anima di un artista e di un eroe.
Benchè freddamente ricevuto dal governo Piemontese a Torino, e dall'inetto governo provvisorio a Milano, Garibaldi radunò attorno al picciol nucleo condotto dall'America una legione principalmente composta di volontari che si erano ritirati in seguito alla battaglia di Custoza, ed all'armistizio stipulato dal Salasco a Milano in nome di Carlo Alberto. Dopo un brillante fatto d'armi a Luino contro gli Austriaci, Garibaldi condusse in salvo i suoi nel cantone Italiano Svizzero del Ticino.
Prima che fosser trascorsi i tre mesi convenuti nelle capitolazioni di Treviso e di Vicenza, Radetzky mandò Welden contro Bologna. Strada facendo il Welden abbruciò Sermide, e pubblicò un bando nel quale, collo stile degno di un piccolo Attila, egli diceva: «le mie truppe sono dirette contro le bande che si chiamano crociati, e contro i faziosi. Guai a coloro che oseranno far resistenza! Volgete lo sguardo ai fumanti avanzi di Sermide. Il paese restò distrutto perchè gli abitanti fecero fuoco su' miei soldati.»
Il conte Bianchetti, il quale governava la legazione di Bologna pel papa, mandò via non solo le truppe comprese nelle capitolazioni di Treviso e di Vicenza, ma ancora le altre, e diè fuori un codardo manifesto, col quale confortava i cittadini ad esser saggi, e a non opporre una inutile resistenza.
Nondimeno, prima dell'arrivo degli Austriaci, la plebe si impadronì dei fucili mal custoditi della guardia nazionale.
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