Nel giorno 7 di agosto Welden, fermato il suo quartier generale al Borgo Panigale presso il ponte del Reno, occupò le tre principali porte della città, San Felice, Galliera e Maggiore. Occupò altresì la pubblica passeggiata della Montagnola, posta sopra una piccola altura artificiale, residuo di un antico forte, dentro il recinto della città, ma all'estremità settentrionale di essa, in prossimità della porta di Galliera. I Bolognesi vedevano, fremevano, ma lasciavan fare.
Tutto ad un tratto, nel pomeriggio del giorno 8 agosto, quasi da improvvisa ed ignota forza sospinti, dieder di piglio alle armi. Bologna è una città singolare sotto molti rapporti morali ed ideali. È una città singolare anche materialmente per essere quasi tutta a portici, a comodo riparo dei passeggieri contro la pioggia ed il sole. I vecchi che costrussero quei pilastri e quelle colonne non prevedevano che un giorno avrebbero ancora prestato ufficio di serraglie, o barricate, contro i colpi di moschetto.
I cittadini cominciarono di lontano il fuoco coi fucili, nelle strade che conducono alla Piazza d'armi davanti alla Montagnola, ed alla porta di Galliera. Gli Austriaci rispondevano coi fucili, coi cannoni e colle bombe. I bolognesi caricavano il lor fucile tenendosi riparati dietro una colonna, indi si spingevano infuori quanto bastava per mirare e sparare. Si coprivano ancora fra le colonne ricaricando l'arma, poi tiravan di nuovo: ma a poco per volta si andavan facendo innanzi di colonna in colonna, di portico in portico, e stringevano, sempre più dappresso, il nemico.
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