Nel primo mese della Repubblica Romana, era potente l'influenza indiretta di Mazzini, ma il grande agitatore non era personalmente presente; egli trovavasi a Firenze, dove con poco frutto consigliava la proclamazione d'una Repubblica Toscana, od una fusione colla Repubblica Romana. Fu attraversato nell'uno e nell'altro intento, e non favorito come avrebbe dovuto esserlo, dal dittatore Guerrazzi. Giunto a Roma Mazzini, benchè non ancora deputato, fu, per un atto straordinario di stima verso di lui, ricevuto dall'Assemblea nel giorno 6 di marzo, ed invitato dal vice presidente Bonaparte, il quale in quel giorno presiedeva l'adunanza, ad assidersi al suo fianco. Mazzini parlò all'Assemblea, e disse che il nome di Roma consigliava ed imponeva cose grandi. Dopo la Roma dei Cesari, e dei Papi, dovervi essere la Roma del Popolo. Forse per non avervi abbastanza pensato, omise la Roma repubblicana, non solo più virtuosa, ma più potente che la Roma dei Cesari. Pochi giorni dopo, Mazzini fu dagli elettori della provincia Romana nominato rappresentante del popolo, ossia deputato.
Per potergli conferire quel più alto ufficio che tutti comprendevano convenirglisi, i triumviri abdicarono, e l'Assemblea nominò un novello triumvirato composto di Mazzini, Armellini e Saffi, nel giorno 20 di marzo.
La nuova scelta dei triumviri Romani era la migliore che allora potesse farsi: ma il giorno fu per un'altra parte infausto all'Italia, perchè in quel medesimo giorno cominciarono in Piemonte, contro l'Austria, le ostilità che condussero alla battaglia di Novara.
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