Appena uno dei più ignoranti fra' suoi caporali avrebbe potuto parlar così; non il figlio di un maresciallo di Napoleone, il quale aveva avuto sott'occhio le prove di valore fatte dagl'Italiani nella Spagna ed in Russia.
Per altro le leggende, antiche o moderne, han sempre qualche lato di verità. Avevano dato falsamente a credere ad Oudinot che i Romani aspettassero con bramose braccia il ritorno del Papa. La precisa verità è questa: la difesa di Roma fu sostenuta principalmente da Italiani non Romani, ma con qualche cooperazione reale e spontanea, benchè non generale nè entusiastica, dei Romani. All'accostarsi dei Francesi, alla fine di aprile, persino le donne dei rioni più popolari, e specialmente del Trastevere, si chiarivano avverse agli stranieri. La stanchezza poi di due mesi di lotta prolungata, cangiarono alquanto le disposizioni degli animi. L'ingresso dei Francesi, ed il rialzamento degli stemmi pontifici, furon veduti con indifferenza o con poco rammarico dagli uomini, con favore dalle donne; non però con giubilo neppure da parte loro.
Prima di accingermi alla narrazione dei combattimenti che nacquero all'arrivo dei francesi nella giornata del 30 aprile, e di quelli che si rinnovarono più sanguinosi ancora nel susseguente giugno, ne descriverò brevemente il teatro. Sussistono tuttora alcuni imponenti avanzi delle mura erette, sotto Servio Tullio sesto re di Roma; e dall'ampiezza dello spazio abbracciato si scorge che i costruttori avevano più in vista la grandezza della Roma futura che quella della Roma loro contemporanea.
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