Entrammo alla rinfusa, italiani e francesi.
Lo straniero che per la prima volta pone il piede in San Pietro, si accorge tosto che quella è una chiesa più grande e più bella di qualsivoglia altra chiesa da lui prima veduta; ma non gli sembra ancora tanto grande quanto di fatto ella si è. Questo fenomeno avviene generalmente di tutte le cose grandissime: persino al Sole. Ci sembran grandi sin dal principio, ma non al grado in cui veramente lo sono. In San Pietro però, di mano in mano che il novello visitatore si avanza, camminando e pur camminando ancora, avviene che il tempio sembra andar sempre più grandeggiando attorno a lui. Allorchè poi egli arriva sotto la cupola di Michelangelo, ne riceve un'impressione come se al di sopra del suo capo si espandesse all'improvviso la volta dell'Empireo.
Io attesi che tutti fossero fermi e quasi assorti in estatica contemplazione; indi con alta e robusta voce, ed in lingua francese, abbastanza intesa anche dalla maggior parte degl'italiani, dissi così: Cittadini italiani e francesi, in questo luogo sacro e sublime, preghiamo l'Onnipossente per la salute e la libertà di tutti i popoli dell'Universo. Detto ciò, posi un ginocchio a terra, ma mi rialzai prima degli altri, e volsi gli occhi in giro. Vidi che erano tutti inginocchiati. Duolmi di dover pensare che il naturale esito di una tale esperienza oggi sarebbe diverso.
In ricambio del mezzo battaglione da noi restituito, Oudinot ci restituì, ma egualmente disarmato, il battaglione Mellara, fatto prigioniero per sorpresa a Civitavecchia, ed il cappellano di Garibaldi, Ugo Bassi.
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