Lo avevano preso mentre nell'esuberanza della sua bella ma poco riflessiva anima si era inoltrato in mezzo alle schiere francesi per esortarle a non combattere contro la Repubblica Romana.
Poco dopo la giornata del 30 aprile, onorevole e fortunata per Roma, gli austriaci giunsero sotto Bologna. Dieder principio alle ostilità assalendo la porta di Galliera, e furon respinti; ma per adescare i bolognesi ad una sortita, gli austriaci lasciarono sulla strada un cannone, e si appiattarono nelle case del sobborgo. I popolani inesperti domandarono al colonnello Boldrini di condurli alla cattura del pezzo abbandonato. La vecchia esperienza del Boldrini subodorò l'insidia, e ne avvertì i popolani; ma, rampognato ingiustamente di timidezza, uscì e fu ucciso insieme con Marliani, e con altri valorosi imprudenti. Nella sera di quello stesso giorno, come in quella dell'8 agosto 1848, chiamati dal rombo del cannone, accorsero in ajuto dei bolognesi alcuni valorosi delle vicine terre, specialmente da Budrio e da Medicina.
Altri animosi bolognesi, ed in gran numero, stavan lungi dalla loro città, essendo corsi in difesa di Venezia o di Roma. L'indomani dell'assalto a porta Galliera, la commissione di difesa, composta d'uomini inetti o codardi, disse al municipio non potersi più oltre difendere la città; abbastanza essersi fatto per salvarne l'onore. Ma non così la pensavano i più generosi popolani, i quali costrinsero la municipalità a consegnar il potere al professor Antonio Alessandrini, insigne scienziato, ed uomo saggio e virtuoso.
| |
Repubblica Romana Roma Bologna Galliera Boldrini Boldrini Marliani Budrio Medicina Venezia Roma Galliera Antonio Alessandrini
|