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      Quante forche, quante fucilazioni pei patrioti italiani dalla parte dei restaurati governi! I sedicenti saggi e moderati si limiterebbero a dire, con benevola compassione, che Cavour e Vittorio Emanuele meritavano il manicomio.
      Per fortuna, Vittorio Emanuele meritò di esser detto non solo un buon patriota, ma un uomo di senno. Dopo di aver titubato alquanto in quel bivio crudele, adottò la giudiziosa risoluzione di passare dalla sinistra alla destra del Po, per appoggiarsi alle due fortezze di Alessandria e di Casale. Se i Tedeschi venivano ad attaccarlo di qua, ei poteva sempre, coll'ajuto delle fortificazioni, tenerli a bada abbastanza a lungo per lasciar ai Francesi il tempo di raggiungerlo. Effettuata la riunione, l'intero esercito alleato poteva ripassar il Po in molti modi, e segnatamente mercè il ponte e la testa di ponte di Casale, per andare a dar battaglia al nemico, di fronte o di fianco. Se Giulay avesse già occupato Torino, avrebbe ben dovuto lasciarlo prima della battaglia decisiva, per portare a quella battaglia tutte le sue forze, o dopo di essa se l'avesse perduta.
      A questa saggia condotta militare di Vittorio Emanuele nel 1859, io vorrei pure che si ispirassero i nostri generali presenti, rinunziando l'assurda idea di rendere invulnerabili tutte le importanti città dell'interno, tutti i numerosi valichi delle Alpi, ed i punti ancora più numerosi di possibile sbarco sul littorale. Voler tutto difendere è la sicura via di perder tutto. Che monta se gli stranieri prendono temporaneamente uno od altro posto?


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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