Quantunque il fiore della gioventù Perugina fosse in Lombardia con Vittorio o con Garibaldi, gli altri cittadini opposero una valorosa resistenza, dapprima dall'alto delle mura, poi nelle contrade interne della città. Rimasti vincitori i satelliti della tirannide vaticana, si diedero al saccheggio ed alla strage, neppur rispettando gl'inermi e le donne.
Ma approssimavasi la fine e la decisione della gran lotta dell'anno 1859, su quei campi fra le Alpi ed il Po che furono insanguinati da tante altre battaglie. L'esercito Austriaco era andato a riordinarsi di là dal Mincio in mezzo al famoso quadrilatero. Rimesso in ordine e rinforzato, ripassò alla destra del Mincio per venir a presentar battaglia all'esercito Franco-Italico, sperando la rivalsa di Magenta, ma ebbe invece una nuova e più grave sconfitta a Solferino. Descriverò il teatro e le principali vicende di quel sanguinoso e memorando conflitto: il più glorioso che abbiano avuto a sostenere Italia e Francia nel presente secolo, cioè dopo la battaglia di Marengo, vinta dalla Francia, con vantaggio dell'Italia, nell'ultimo anno del secolo decimo ottavo. Imperocchè la Francia nel presente secolo non ha sostenuto che quattro sole battaglie più grandiose di quella di Solferino: cioè Austerlitz e Smolensko, dalle quali niun vantaggio ebbe la civiltà; Lipsia e Waterloo, ove la Francia fu sconfitta. Per la povera Italia, fra tante battaglie ch'ella ha combattute, o visto combattere, sulle sue glebe «per servir sempre o vincitrice o vinta,» la battaglia di San Martino, unita a quella di Solferino, è la più onorevole, ed al medesimo tempo la più utile, benchè la più sanguinosa, che ella abbia sostenuta, dopo la battaglia di Legnano nel 1176.
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