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      Egoista come tutti gli uomini sovrani o non sovrani, ebbe tuttavia idee ed opinioni più liberali e più umanitarie che quelle di tutti gli altri imperatori o re dell'epoca moderna. Nel 1859 egli assunse ed abilmente sostenne il comando non onorario ma effettivo del suo esercito. Al certo non era pari in campo al suo grande zio Napoleone I, ma aveva un'abilità superiore a quella de' suoi marescialli, ed a quella che rimase a lui stesso quando era caduto per malattia spinale in una precoce decrepitezza, durante la campagna per lui fatale del 1870.
      Le forze numeriche dei due opposti eserciti presso a poco si bilanciavano; centotrentamila francesi, quarantamila italiani, in tutto cento settanta mila uomini. S'intenda che non do che le cifre approssimative e probabili. Altrettanti incirca erano gli Austriaci. Ottimi i costoro armamenti: tutti fucili rigati. Rigati pure per la maggior parte, ma non tutti, i fucili dei francesi, ed ottima la loro artiglieria. I Piemontesi avevano i fucili a percussione; artiglierie a sufficienza. Eran dunque inferiori per armamento agli Austriaci; e questi, a San Martino, furon pure superiori ai Piemontesi pel numero e per le posizioni. Contuttociò, come vedremo, i Tedeschi ebber la peggio tanto a San Martino come a Solferino. Tutto questo non prova già che non sia meglio aver buone armi che averne di cattive o mediocri; occupar le posizioni favorevoli, ed esser piuttosto in molti che in pochi; prova soltanto che non bisogna esagerare l'importanza di questi vantaggi, come far sogliono i barbassori pedanti.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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