Il valore e la fortuna compensarono l'imperfetto ordinamento. Ma poichè l'ostinata e lunga pugna degli Italiani contro gli Austriaci, attorno a San Martino, fu quasi una battaglia a parte, la descriverò dopo quella di Solferino propriamente detta.
Oltre il comando generale dell'esercito, Napoleone III aveva ancora il comando speciale della sua Guardia, la quale era un grande, scelto ed importante corpo d'armata. Conteneva due divisioni d'infanteria, otto batterie d'artiglieria, ed una divisione di cavalleria. Della qual grande forza il supremo comandante francese si servì come di riserva, inviandone dei distaccamenti ora in un punto ora in un altro, là dove scorgeva esserne maggiore o più urgente il bisogno.
Sin dal principio del combattimento egli s'impadronì, circondato dalle sue guardie, del Monte Fenile, altura prossima a quella di Solferino, per poter meglio, di colassù, osservare le posizioni dei soldati suoi e dei nemici, e le successive e variate fasi della battaglia; mandare or uno or altro ordine ai diversi capi di corpo o di divisione, ora uno ora un altro rinforzo staccato della sua guardia.
Nel monte di Solferino, i punti più importanti occupati dagli Austriaci erano la torreggiante Spia d'Italia, eccellente come osservatorio militare, più che qual mezzo di offesa o difesa; il villaggio di Solferino, ma più ancora il cimitero della chiesa parrocchiale, ove gli Austriaci avevano praticato delle feritoie pei fucili della fanteria, e collocato anche diversi pezzi di cannone.
| |
Italiani Austriaci San Martino Solferino Napoleone III Guardia Monte Fenile Solferino Solferino Austriaci Spia Italia Solferino Austriaci
|