Qui Canrobert era trattenuto dall'esagerato pericolo di una sortita dei nemici da Mantova, perchè l'imperatore avevagli ordinato di star all'erta, avendo una spia portato l'avviso, vero o falso, che preparavasi una sortita da Mantova. Perciò Canrobert non prestò che un debole ajuto al suo vicino Niel, il quale gliene chiedeva uno forte.
Tuttavia l'ardire e la perseveranza di Niel, di Mac-Mahon, e dei loro soldati, fecer sì che a poco a poco il disordine cominciò ad introdursi ed a propagarsi nelle fila degli Austriaci, combattenti nella pianura, come erasi prodotto e propagato prima fra quelli che combattevano a Solferino. Questi qui giù al piano non fuggono ancora, ma già si muovono disordinatamente; trovansi mescolati alla rinfusa i soldati di diverse compagnie, e di diversi reggimenti. Alle quattro del pomeriggio incomincia la fuga generale, decorata nei rapporti ufficiali austriaci col nome di ritirata, ordinata dallo stato maggiore.
La divisione francese di Motterouge, il corpo di Mac-Mahon, e la divisione dei volteggiatori della Guardia, si impadroniscono di Cavriana. Sono fuggiti i soldati di Clam Gallas da Solferino e da San Cassiano; fuggiti quelli di Schwarzemberg da Guidizzolo; fuggono quelli di Schaafgottsche da Rebecco; fuggono quelli di Zobel da Cavriana; fugge alla lor testa lo stesso imperatore Francesco Giuseppe, sopra un cocchio tirato da due veloci cavalli, e tenendo impugnate due pistole, una per mano. L'imperatore di Francia pone il piede nelle stanze testè occupate dall'imperatore Austriaco.
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