Chi non vede come la frase Piemontese somiglia l'italiana, e sopratutto quella del dialetto di Roma, più che la Francese? Vero è che il linguaggio Piemontese ha non poca mistura di Francese, ma in complesso è un idioma radicalmente italico.
L'altra annotazione che voglio fare è questa: che il motto di Vittorio Emanuele, non ostante la lepidezza e familiarità della sua forma, poteva avere più d'un significato serio e profondo. Uno poteva esser questo: qui bisogna vincere o morire. Vinciamo, e gli Austriaci sloggeranno dall'Italia; se perdiamo, toccherà a noi liberali di perire immolati dalla loro vendetta, o dalla nostra propria disperazione; ovvero di terminar i nostri giorni sulla terra dell'esilio come mio padre. Insomma bisognerà sloggiare o dall'Italia, o dalla vita.
Alle ore 4 e mezza del pomeriggio del giorno 24 del sesto mese dell'anno 1859, Vittorio Emanuele non aveva ancora potuto fermare il piede sull'agognata eminenza di San Martino. Ad un tratto sopravvenne l'uragano, già da noi descritto nel raccontare la parte principale della battaglia di Solferino; della quale questo grande episodio di San Martino era il vero e necessario coronamento. Oscurossi anche sopra San Martino, e sopra una lunga zona di terreno, il cielo. Un furioso vento rovesciava obliquamente una fitta grandine ed una dirotta pioggia sopra ambedue le parti guerreggianti, ma colpiva gl'Italiani principalmente alle spalle, e gli Austriaci sul viso, infino a tanto che lo volgevano contro gl'Italiani, ma a tergo, accelerando la loro corsa giù dal monte, tosto che incominciarono a ritirarsi per esser meno offesi dalla bufera.
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