Rimaneva a liberarsi l'altra metà; faceva d'uopo, in linguaggio militare, percorrere quattro altre grandi e faticose tappe, Palermo, Napoli, Venezia e Roma. Inoltre, per secrete condizioni accettate dal governo Piemontese prima della guerra del 1859, fu di mestieri il rassegnarsi al doloroso sacrifizio di perdere la bella città nativa di Garibaldi.
L'estremo sperone delle Alpi marittime, benchè un poco più al di là del partiacqua Alpino che al di qua, era, davanti alla Storia ed alla politica, una parte dell'Italia sino dai tempi di Augusto. Il fiume Varo segnava da quella parte il confine fra Italia e Gallia.
Nei giorni stessi nei quali avvenne il plebiscito della Toscana e dell'Emilia per la loro annessione al Piemonte, domenica e lunedì dieci ed undici di marzo 1860, gli abitanti di Nizza e del suo contado fecero un plebiscito che diede una considerevole maggioranza al partito dell'annessione alla Francia. Da indi in poi il contado di Nizza è divenuto una provincia Francese, col nome di dipartimento delle Alpi marittime. In quei giorni medesimi gli abitanti della Savoja, provincia più schiettamente francese pel suo linguaggio e per la sua posizione sul pendio occidentale e settentrionale delle Alpi, fecero pure un plebiscito di annessione alla Francia. A queste perdite di una provincia stimabile ma certamente non italiana come la Savoja, e di un'altra di controversa italianità come Nizza, venne presto il compenso di altre provincie più grandi, e più incontestabilmente italiane.
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