Nino Bixio aveva lo special comando del Lombardo.
Non men giusto fu il concetto politico che Garibaldi si formò della sua intrapresa. Egli erasi reso illustre combattendo dapprima per la Repubblica americana dell'Uruguay, indi per la Repubblica Romana; aveva ancora personalmente votato, come deputato, il decreto fondamentale della stessa; ma nel 1860 egli comprese che la proclamazione della repubblica in Sicilia ed a Napoli poteva divider l'Italia, quando eravi mestieri della più stretta unione. Conseguentemente Garibaldi, intanto che le due navi movevano dai lidi della Liguria verso quelli della Trinacria, annunziò a' suoi mille e ottanta seguaci che il suo motto politico sarebbe questo: «Italia e Vittorio Emanuele.»
Assentirono quasi tutti di buon grado, compresi non pochi di opinione repubblicana. Dissentì un picciol numero, ed il duce li lasciò sbarcare a Talamone, in Toscana, presso il confine pontificio, col doppio intento di non recare ad essi una morale violenza, e per distrarre i nemici, lasciando spargersi la voce di una invasione di Garibaldi nello Stato Romano.
L'uniforme dei volontari garibaldini era semplicissimo, ed acconcio alla povertà dei mezzi pecuniari coi quali fu allestita la memorabile spedizione. Era però pittoresco e sufficiente per un caldo clima meridionale, specialmente nella stagione estiva. Consisteva principalmente nella leggendaria camicia di flanella rossa. Due privati cittadini, pieni di sagacità e di ardore, contribuirono più che altri a preparare i mediocri mezzi di armamento, di armi e di pecunia che erano strettamente indispensabili: Agostino Bertani e Francesco Crispi.
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