L'articolo più utile e più importante era quello che prescriveva il ritiro del presidio francese da Roma. Un altro importante articolo imponeva il trasporto della capitale, o per parlare più correttamente, della sede del governo, da Torino a Firenze. Questo articolo non era nè disonorevole, nè dannoso per l'Italia, conciossiachè Firenze, com'ebbi già altra occasione di far notare, fra tutte le grandi città italiane è la più vicina al centro diastematico, ossia al punto che ha la minor somma di distanza da tutti gli altri punti della penisola e delle isole. Inoltre il trasporto del centro politico da Torino a Firenze, fu acconciamente chiamato, con un linguaggio militare, una tappa nella marcia verso Roma.
Era sottinteso in segreto che Napoleone non si opporrebbe ad un mutamento di governo il quale avvenir potesse in Roma per una spontanea insurrezione dei Romani, e che il governo italiano potrebbe profittarne. Nondimeno vi furono dei tumulti gravi e sanguinosi a Torino nei due giorni 21 e 22 di settembre, suscitati da due sentimenti, dei quali uno era forse il più forte nell'animo dei tumultuanti, benchè il men confessato, cioè il dispetto di veder anteposta Firenze a Torino, e l'altro, più nobile e più apertamente proclamato, cioè lo sdegno per l'apparente rinuncia al diritto della nazione italiana di aver Roma per capitale.
I Francesi infatti abbandonarono Roma: e ad essi il governo pontificio sostituì dei corpi ausiliari raggranellati in diverse parti d'Europa, e segnatamente una legione formata ad Antibo di ex-soldati francesi.
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