Però, nel rasentar il quadrato e nel retrocedere, lo squadrone aggressore riceve di fianco e di dietro le scariche di fucile dei difensori.
Nel nostro caso ai tiri della fanteria si aggiungevano i tiri a mitraglia dell'artiglieria negli intervalli tra un battaglione ed un altro. I comandanti sogliono stare dentro al quadrato, animando i loro soldati colla voce e colla spada in alto brandita. Il principe Umberto si pose in mezzo al quadrato del quarto battaglione del reggimento 49. I nostri bravi, benchè per lo più novizii soldati, accolsero di fatti i cavalieri austriaci con un vivo fuoco di fucileria e di artiglieria, e li obbligarono a retrocedere. Cessato il fuoco dei battaglioni e dell'artiglieria, i cavalleggeri di Alessandria incalzavano la ritirata, sciabolando i fuggitivi.
Pur tuttavia la tenacità austriaca tornava ancora alla carica. Bixio, al suono del cannone e delle fucilate, accorse colla sua divisione in sostegno a quella di Umberto. Il generale Paltz, comandante della cavalleria austriaca, osò pure di attaccare ripetutamente il Bixio, come aveva attaccato Umberto; e fu respinto in simile modo. Alla fine fu costretto di ritirarsi sotto Verona, lasciando il terreno seminato dai corpi, caduti in grandissimo numero, de' suoi uomini e cavalli. Un reggimento di Ulani lasciò sul campo seicento uomini.
Mentre ferveva quella ostinata pugna dalle cinque e mezza alle sei e mezza antimeridiane, fra la sinistra austriaca e la destra nostra, il resto dell'esercito italiano, e quello dell'esercito austriaco, continuavano ad inoltrarsi l'uno contro dell'altro.
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