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      Non ostante che quasi la metà delle forze militari d'Italia, sotto Cialdini, fossero sempre alla destra del Po, Lamarmora aveva sotto la mano da cento mila soldati, tutti animati da una straordinaria speranza e volontà di vincere. Ma che valgono i grandi eserciti sotto comandanti incapaci? Per le improvvide disposizioni di marcia adottate dal quartier generale italiano, le tre sole divisioni Cerale, Sirtori e Brignone, e la riserva comandata da Durando, poco più d'un trenta mila uomini in tutto, andavano ad urtarsi contro ottanta mila austriaci. Il corpo di Pianell rimaneva sulla destra del Mincio; le quattro divisioni La Rocca marciavano contro il vuoto, cioè a dire andavano alla ventura in una direzione da non potere incontrare il nemico. Cerale eseguiva una marcia sbagliata. Il generale Villa Hermosa, che comandava l'avanguardia di Sirtori, errava egli pure la strada, per un curioso equivoco di nomi, e si separava dal corpo di Sirtori.
      Tanto è il disordine che suol regnare in tutte le battaglie, e tale era quello in particolare del nostro esercito in quel giorno, che Sirtori stavasi tutto soletto e lontano non solo dalla sua fuorviata avanguardia, ma ancora dal principal corpo della Divisione posta sotto i suoi ordini. Un semplice sergente, visto da lungi un ufficiale in quella posizione, benchè non lo distinguesse ancora per un generale, andò a lui, e ne ebbe comando di gridare con istentorea voce: d'ordine del generale Sirtori tutti i suoi soldati vengano qua. Venuti di fatto molti in pochi minuti, Sirtori potè onorevolmente sostenere la posizione minacciata da grosse forze nemiche.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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