Brignone occupò Monte Torre e Monte Croce, ma ne fu discacciato. Cugia riprese Monte Croce, Govone riprese Monte Torre; ma il principe Amedeo fu ferito nel petto non lungi da Monte Croce. Continuavano tuttavia i soldati a battersi animosamente; ma Durando, sopraffatto da forze preponderanti e dalla sua propria mancanza di energia, piegò indietro col suo corpo di riserva; lo che costrinse Sirtori pure a ritirarsi.
Pianell, che aveva, forse per sua spontanea ispirazione passato il Mincio, ed aveva fatto bene, si tenne troppo lungamente fra Monte Vento e Monzanbano; poi, di sua testa ancora, cred'io, passò il Mincio. La confusione cominciava a diventar generale ed insanabile; laonde Vittorio Emanuele ordinò la generale ritirata. Ciò nondimeno Govone, rimasto solo presso Custoza, fece una gloriosa difesa, ma alla fine dovè pur egli ritirarsi. Bixio e la cavalleria furono ultimi a dare indietro, e protessero la ritirata degli altri.
Così terminò la seconda battaglia di Custoza nella sera del 24 giugno 1866, tutt'altro che gloriosa per l'abilità dei generali italiani, ma onorevole pel valore dei loro soldati, poichè dalle cinque del mattino sino alle sei del vespro, contro ottantamila austriaci essi tennero il campo in numero di soli sessanta mila uomini incirca. Tra feriti e morti, gli Italiani perdettero in quella giornata 3854 uomini; gli austriaci ne perdettero un maggior numero ancora, cioè 4931.
Narrano che nelle ultime ore della battaglia, Lamarmora, come uomo tormentato da fiera angoscia, sia per lo spettacolo della incalzante sciagura, sia pel senso di essere vittima di ordini ripugnanti alla sua lealtà, stavasi colle mani nei capelli.
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