L'equipaggio numerava in tutto dodici mila uomini. La flotta austriaca era composta di ventisette navi di legno, sette sole delle quali erano rivestite di corazze di ferro. Per numero d'uomini e di cannoni, come per tonnellaggio e forza di vapore, l'armata austriaca non era in tutto che due terzi incirca della flotta italiana. L'unica superiorità della flotta austriaca, ma tale da compensare la sua inferiorità sotto gli altri rapporti, stava nel comandante. Il Tegethoff non solo era un abile e coraggioso comandante nella battaglia, ma preparava ad essa con amore e con senno i suoi marinai, ispirando loro fiducia nelle loro navi e nelle loro armi; esercitandoli a ben valersene, e specialmente addestrandoli a dar di cozzo colle loro prore contro i fianchi delle navi nemiche, ed a cansare l'urto di quelle. Il Persano era uomo d'una così sciocca vanità personale, che pochi giorni prima di lasciare Ancona disse al fotografo che gli aveva fatto il ritratto: tenete il vetro negativo, perchè fra pochi giorni ve ne saranno domandate migliaja di copie. Questo sarebbe un indizio che ei si lusingava di vincere, e quindi che il disastro di Lissa fu effetto di incapacità sua, non di tradimento.
Al principio della battaglia di Lissa, Persano fece perdere un tempo prezioso alle due più importanti navi della sua squadra, che erano la nave ammiraglia Re d'Italia e l'ariete Affondatore, per passare dal Re d'Italia all'Affondatore. Erano bastimenti corazzati ambidue; il primo della portata di 4700 tonnellate, con 600 uomini d'equipaggio e 36 cannoni, l'altro era alquanto inferiore di portata e di equipaggio, ed aveva due soli cannoni, ma grossissimi.
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