Fra i trecento uomini del suo equipaggio, venti soli furon salvi. Non eran passate che due ore dal principio della battaglia di Lissa. Lo scoppio della Palestro ne segnò la fine.
Tale è la gravità, e tanto grande il numero degli errori commessi dai comandanti Italiani di terra e di mare in questa guerra, che alcuni sospettarono, ed ancor sospettano, esservi stato un accordo secreto fra Napoleone terzo, l'Austria ed il Ministero italiano, per fare che gl'Italiani si lasciassero battere, onde contentar l'amor proprio degli Austriaci, i quali in compenso avrebbero ceduto la Venezia a Napoleone, ed egli all'Italia, come poscia di fatto avvenne. Io non credo che esistesse un così tenebroso disegno; e ciò per diverse ragioni, ma principalmente per questa, che nessun uomo onesto poteva aderirvi, e tanto Vittorio come Lamarmora erano onesti.
L'amor proprio nazionale degl'Italiani ebbe un'insufficiente ma pure apprezzata consolazione dalle piccole vittorie di Cialdini a Borgoforte sul Po, di Medici a sinistra del lago di Garda; ma più dalle vittorie di Garibaldi alla destra del medesimo lago. Furon vittorie piccole ancor esse, ma interessanti, ed io mi accingo a raccontarle con proporzionata larghezza.
Il governo non voleva concedere che si arruolassero per Garibaldi più di venti mila volontari, ma in pochi giorni ne accorsero a farsi inscrivere, presso i comitati arruolatori, ben quarantaquattro mila. Ne sarebbero venuti assai di più ancora se non si chiudevano per ordine superiore i ruoli.
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