Tutti i popoli mi sono cari, e tutti li farò liberi un giorno: ma nel secondo millennio di mio figlio, mi interesserò specialmente di due popoli, nonostante i loro grandi difetti; gl'Italiani e i Francesi.
Il mio servo Aggeo predirà il giorno e le circostanze di una vittoria unita dei Francesi ed Italiani. Un altro mio povero servitore segnalerà le parole di Aggeo, ed i prodigi di date, nelle quali mi piace di divertirmi. Le viziose marmotte in forma umana, che insegneranno essere il mondo non fatto da me, ma dal caso, si rideranno di lui, e delle sue e mie coincidenze. Italiani e Francesi crederanno di aver vinto a San Martino e Solferino pel loro solo valore, e nessuno mi renderà grazie. I preti italiani che avrebbero alzato degli inni da me abbominati, se vincitori fossero stati gli Austriaci, deploreranno la vittoria di un popolo che vuol infrangere le sue catene. Ma io con temperamento di rigore e di misericordia, punirò la ingratitudine degli Italiani, umiliandoli a Custoza nel giorno anniversario della battaglia di San Martino, e punirò la tracotanza dei Francesi umiliandoli a Sédan nel giorno anniversario della battaglia di Maratona. Pur non rinunziando alla mia bontà malgrado i loro demeriti, farò sì che la condizione politica dell'Italia e della Francia sia meno cattiva che prima delle loro sconfitte.
In quanto ai preti italiani io li punirò in parte facendo cadere l'infausto potere politico del Papa-Re nel giorno anniversario di Salamina.
DALLA FINE DEL 1866
A TUTTO IL 1869
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