La parte francese era composta dei così detti soldati mobili, i quali erano chiamati col nome diminutivo e quasi derisorio, les moblots, e dei volontari bersaglieri, chiamati dal popolo con simpatia les francs-tireurs: minori di numero, ma superiori per abilità e per valore ai mobili.
Altri eserciti furono improvvisati, dopo la cattura del principale e regolare esercito a Sédan. Ma sventuratamente mancò un concetto direttivo dopo Sédan come prima. I soldati fecero ancora buone prove di valore; i comandanti, cioè Garibaldi nei Vogesi, Aurelles de Palàdine, Cissey, Bourbaki, Faidherbe, nelle armate della Loira, del Centro, del Nord e dell'Est, Trochu in Parigi, avrebbero tutti voluto liberare la Francia, ma non seppero mai unire i loro sforzi e farli convergere alla levata del blocco di Parigi, o ad alcun altro grande scopo concreto e determinato.
Non ho voluto unire a quei nomi onorati quello disonorato di Bazaine, il quale, per favorire il Bonapartismo, se non un suo infame interesse personale, cedette la forte città di Metz prima dell'inevitabile necessità. Certo è però che i generali repubblicani, dopo qualche buon successo insufficiente, furon tutti battuti uno dopo l'altro, eccettuato però Garibaldi. Il quale per verità mai non ottenne in Francia una di quelle grandi vittorie che decidono le sorti d'una guerra, ma uscì sempre con vantaggio ed onore da' suoi scontri colle armi tedesche a Châtillon, ad Autun, a Baune, e segnatamente a Digione. Il combattimento di Baune avvenne il 26 novembre 1870; quello di Digione nei due giorni successivi 22 e 23 gennajo 1871.
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