L'indomani di quel giorno egli potè dirigere a' suoi soldati, in un bullettino, queste enfatiche ma veraci parole: «Ebbene! voi li avete riveduti i talloni dei terribili soldati di Guglielmo, o giovani figli della Libertà. In due giorni di accanito combattimento avete scritto una pagina che onora la Repubblica; avete vinto le più agguerrite truppe del Mondo...»
Così egli avrebbe terminato se la sola rettorica avesse guidato la sua penna; ma egli mirava non a conchiudere dei periodi sonori, ma a dir cose vere ed utili; perciò aggiunse dalle parole tutt'altro che declamatorie: benchè non abbiate esattamente adempiuto a tutte quelle regole che danno il vantaggio delle battaglie;... e continuò col fare ai suoi soldati varie raccomandazioni pratiche piene di senno.
Nella battaglia di Digione fu pressochè distrutto il sessantunesimo reggimento prussiano, il quale anche lasciò sotto un mucchio di cadaveri, e perciò onoratamente, la propria bandiera. Fu presa da un franco tiratore francese della brigata Menotti Garibaldi; e fu l'unica insegna perduta dall'esercito tedesco in tutta quella guerra.
Però Manteuffel comandante la prima armata prussiana, si vantò d'avere appositamente messa a repentaglio una parte delle sue forze onde tenere in iscacco Garibaldi per tre giorni consecutivi, impedirgli la congiunzione con Bourbaki, e battere separatamente questo ultimo. Bourbaki di fatto fu battuto, mentre inconsultamente si allontanava dal centro per l'illusorio scopo di tagliare le comunicazioni dei prussiani colla Germania meridionale.
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