Vi si aggiunse Mantova, perchè quella città, sebbene lombarda, pur essendo uno dei quattro grandi fortilizii del celebre quadrilatero, non fu ceduta dall'Austria nel 1859 insieme col resto della Lombardia, ma soltanto nel 1866, insieme colla Venezia.
La provincia attuale di Roma, della quale si prese il plebiscito il 2 ottobre 1870, si compone dei cinque circondari di Roma, Velletri, Frosinone, Viterbo e Civitavecchia, i quali erano rimasti nella dizione pontificia sino al 20 settembre.
Per una pedanteria ufficiale e poco liberale, non si volle interrogare il voto delle così dette vecchie provincie del regno, cioè del Piemonte, della Liguria e dell'isola di Sardegna. Vero è che praticamente il plebiscito è come fatto anche per quelle provincie, conciossiachè non havvi ombra di dubbio che gli abitanti avrebbero votato e voterebbero tuttora con quasi assoluta unanimità per la loro unione colle altre provincia italiane.
Ben vi era luogo di consultare i voti della Savoja e della provincia di Nizza. Furon consultati di fatto nel 1860, come riferimmo nel capitolo relativo alla storia di quell'anno, e riuscirono favorevoli alla loro unione colla Francia.
Nessuno pensa nè pensar può all'annessione della piccolissima e simpatica repubblica di San Marino. Rimanevano e rimangono tuttavia sei provincie di lingua italiana sotto dominio straniero: Malta, Corsica, Monaco, il Cantone del Ticino, Trento colla sua provincia, Trieste con Gorizia e coll'Istria; ma sono tutte terre nel contorno e non nell'interno della penisola italiana, nè vi era per esse la possibilità o l'opportunità d'una guerra o di un plebiscito come per Milano, Firenze, Bologna, Modena, Parma, Palermo, Napoli, Ancona, Perugia, Venezia e Roma.
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