L'isola di Malta è troppo vicina all'Africa, troppo piccola. Se mai volesse spontaneamente riunirsi all'Italia, sia la ben venuta: ma i suoi abitanti, i quali parlano più l'arabo che l'italiano, amano troppo poco l'Italia perchè porti il pregio di domandare all'Inghilterra di farcene dono, come essa fece il nobile sacrifizio di cedere le isole Jonie alla Grecia, la quale aveva un grande bisogno di quel compimento della sua nazionalità, mentre l'Italia non ha alcun bisogno di possedere Malta. Il simile in parte può dirsi del minuscolo principato di Monaco.
I Corsi chiamati ad un plebiscito voterebbero all'unanimità di rimanere colla Francia; e così gli abitanti del cantone del Ticino deciderebbero di rimanere nella confederazione Svizzera, non già per poca simpatia verso l'Italia, come a Malta, a Monaco ed in Corsica, ma perchè preferiscono le istituzioni elvetiche alle italiane.
Differente è il caso pel così detto Tirolo Italiano, che non è Tirolo affatto, cioè per la provincia di Trento, e per la grande città di Trieste, con Gorizia e colla penisola dell'Istria. Io credo che ivi un plebiscito darebbe una decisa maggioranza in favore dell'unione coll'Italia nelle città, che sono italiane di lingua e di affezione; meno decisa nelle campagne ove la popolazione è slava. Ad ogni modo la grave quistione dell'annessione di quelle provincie allo Stato italiano non deve essere un motivo di guerra. Per ora non si potrebbero neppure intavolare delle trattative con probabilità di buon riuscimento; è desiderabile però che venga l'opportunità di amichevoli trattative coll'Austria per la pacifica cessione di quelle estreme ma belle ed interessanti parti dell'Italia, salvo il diritto degli abitanti di decidere a pluralità di voti la loro sorte politica.
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