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      Chi non beue contra la brina,
      vadi fuori troua la sua ruina.
      Chi dona il suo inanzi morire,
      s'apparecchia assai patire.
      Cascan le rose e restan poi le spine,
      non giudicate nulla inanzi il fine.
      Chi d'amor prende diletto, porti sempre con sospetto,
      la corazza con l'elmetto, scherzi raro, & giuochi netto.
      Chi presente alcun rifiuta, credi a me che son canuta,
      più souente che non sputa, se ne pente & voglia muta.
      Chi offeso si truoua non mai deue,
      dormir sopra l'offesa un'hora breue.
      Cinque cose mandano gli huomini in ruina,
      fumo, fame, freddo, fetore, & fatica.
      Che gioua a rauuedersi dopo il fatto,
      o stare a pentirsi col capezzale?
      Cinque hore dorme il viandante, sette il studiante,
      otto il mercatante, & vndeci ogni furfante.
      Chi potendo stare, cade tra via,
      s'ei si rompe il collo a suo danno sia.
      Cortegiana con martello, lascia questo, lascia quello,
      & d'un solo che le par bello, viue schiaua, va in bordello.
      Chi è bella e s'inamora, di se stessa traditora,
      con martello che l'accora, perde il tempo, e va in malhora.
      Chi hauer dee buona o ria fortuna,
      non la può perdere per sorte alcuna.
      Chi troppo si stima alla fine ne ha danno,
      e ciò gli sciocchi, & non gli sauij fanno.
      Chi fù mai si saggio o santo,
      che d'esser senza machia di pazzia possa darsi il vanto?
      Chi procura ad altrui danno o vergogna,
      cade nel laccio, ch'egli ad altri ha teso.
      Contra un debol, quant'è più gagliardo,
      chi le forze vsa tant'è maggior fallo.
      Conuiene star suegliato, accorto, & attento,
      ch'un disordin che nasca ne fa cento.
      Conuien che chi ride anco talhor si lagni,


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Giardino di Ricreatione
di John Florio
Appresso Thomaso Woodcock
1591 pagine 169