Di la del rio è passato il merlo.
Doue giustitia può, non oprar forza.
Dona a' buoni, e non a' fortunati.
De' beni paterni, la diffesa è giusta.
Desio di regno, non è senza impietà.
Doue è pluralità, iui è discordia.
Di peccato secreto, penitentia publica.
Del verisimile, la calunnia s'arma.
Dove può il vino, non può il silentio.
Dove il ver manca, ogni hor la frode abonda.
D'audacia e freno la vigilantia e sferza.
Doue sono molte mani, chiudi.
Da' vestimenti, viene la tignola.
D'ago in filo, e di filo in ago.
Di palo in frasca.
Diffender le calunnie, è impresa forte.
Due volte fà il seruitio, chi il fà tosto.
Di ogni cosa, il troppo sempre nuoce.
Doppo morte, ogni soccorso è tardi.
Doue è guerra, non fú mai douitia.
Dopo la gloria, viene l'inuidia.
Doue regna amore, non si conosce errore.
Dal mal'vso, è vinta la ragione.
Dare nella brocca.
D'onde ha il ragno le fila?
Degli assenti, o taci, o parla da amico.
Di ogni legno, non si fà Mercurio.
Dire l'oratione della Bertuccia.
D'ogni trista, botte, è buon'il taso.
Donna(5) Greca, vin Greco, vento Greco.
Domanda al mio caro, s'io son' un laro.
Dare incenso a' morti.
Dar del capo nella rete.
Dar perle a' porci.
Disputar di lana caprina.
Disputar del'ombra del'asino.
Di vacca, cerua mai non nacque.
Doue è il corpo, si congregano l'aquile.
Doglia communicata, è subito scemata.
Di denari, senno, e fede, ce n'è manco che non si crede.
Da nouello, tutto è bello, Da stagion tutt'è buon.
Da corsaro a corsaro, non si guadagnan che barili vuoti.
Doue bisognano i fatti, le parole sono d'auanzo.
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Mercurio Bertuccia Greca Greco Greco
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