Folle chi del suo proprio coltello si taglia.
Folle è la pecora, che al lupo si confessa.
Fortuna cieca, i suoi accieca.
Fuggi dadi e vino, & il sesso feminino.
Fa l'vscio al'oriente, se vuoi viuer san e contento.
Fatto come le lasagne, che non han dritto ne rouescio.
Fra Bernardo, picchia la porta del conuento.
Farlo di quello che men si siede sopra.
Fortuna come donna, fauorisce la giouentù.
Far gli huomini, di pezze.
Fiche Ferraresi.
Faue Mantoane.
Far la barba di stoppa ad Aristotile.
Fare, a' chi si ha, habbia.
Fango di Maggio, e spighe d'Agosto.
Fa come dice il pagatore, se vuoi hauer gratia, & fauore.
Fare come fa la cimia, piu va in alto più mostra il culo.
Far come il papagallo, non si leua se non ha pieno il becco.
Far la salsa a l'oca.
Fatta a Ferrara, e temprata a Piombino.
Far' il mestier di Michelazzo.
Far come la volpe, strascinarsi la coda dietro.
Far come la scimia. ha la bocca piena, e pur domanda.
Far la bestia a due dossi.
Farlo a pasci pecora.
Fare l'honesta de' campi.
Far'il seme alle faue, & alle castagne.
Far venir gattarigole.
Fra gli vguali, è l'amicitia.
Far d'una lancia un fuso.
Far due schiacciate in un fiato.
Far tre tuoni senza baleno.
Far baco baco.
Fingere honestà di monaca.
Fù prima vino, che aceto.
Fauor di signor, cappello da matto.
Fare seco faue e fagiuoli.
Fare la donna nouella.
Finger d'esser cordoano.
Fare vna caualletta. esser'astuto.
Forse che lei non fa le gite a martiri.
Fare come la coda del porco.
Fare che non vadi nulla in capperuccia.
Fare a saluum me fac.
Fare la riuscita d'una girandola.
| |
Bernardo Ferraresi Mantoane Aristotile Agosto Ferrara Piombino Michelazzo
|