Lui fa il cigno. canta morendo.
Lui è un'arca di Noè.
Lui è ito a sparauieri.
Lui gitta cinque, e leua sei.
Lui non ha buoni vicini.
Lui ha del Tedesco.
La sanità e libertà, val più che vna città.
La luce maggiore, offusca la minore.
La gionta tal fiata, è maggior della derrata.
Le marauiglie non duran che noue giorni.
La mia secchia, non attinge quest'acqua.
Lascia pur fare a fece.
Lascia dire a chi disse.
L'aspettar del coruo.
La palla è fuori, prima che ne senti il tuono.
Le lodi non empiono il corpo.
La luna di Bologna, ti si può dire.
Lascia gracchiare i cornacchioni.
Le feste son belle a casa d'altri.
Le minaccie son l'arme de' nimici.
La furia della piena, rompe ogni argine.
Le sue sottigliezze, si scauezzano.
Le sue regole, son fuor di strada.
Le sue misure, non riscontrano.
La peruersità fa l'huomo guercio.
Le lucciole, dica si voglia, non son' lanterne.
Lo particolare, non fa regola vniuersale.
La massaia del Molza.
Le tartarughe corrono al palio.
L'vso presente, non pregiudica al futuro.
L'vso preuale alle regole.
L'acqua quiete, è la cattiua.
La ingrata patria è per tutto.
Lana Spagnuola. volpino.
L'affettione, accieca la ragione.
La compagnia d'Agosto, stronzi, alega, & scorza di melloni.
La buona derrata, caua i denari dalle borse.
La lingua è molle, e cose dure rompe.
La concupiscentia, inganna la prudentia.
La terra grassa, fa cattiue strade.
L'acqua torbida, è guadagno del pescatore.
L'eclissi di pecunia, da tutti si fa vedere.
L'esperientia, è madre della scientia.
L'innocentia, di diffesa non è senza.
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Tedesco Bologna Molza Spagnuola Agosto
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