un magnanimo cuor, ne affanno o morte.
Non gioua a dire per tale via non passerò,
ne di tal'acqua beuerò.
Non è bello quel' che è bello,
ma è bello quel che piace.
Non consiste la gloria ne' tesori che hai,
ma ne beneficij che fai.
Non è barba al mondo cosi minutamente rasa,
ch'un'altro barbier non ci troui da radere.
Non è soma a portar si graue,
come la donna quando a noia s'haue.
Non comincia fortuna mai per pocoquand'un mortal si piglia a schern'e giuoco.
Non far'oltraggio a chi ti fù cortese,
che Dio per lui vendicherà l'offese.
Non aspettar s'esser seruito vuoi,
seruitio altrui se tu seruir ti puoi.
Non vi marauigliate che natura
è della lepre, hauer sempre paura.
Non conosce la pace e non l'estima,
chi prouato non ha la guerra prima.
Non son nel Arno tanti pesciolini,
quante sono a Venetia zazzare, e camini.
Non è la via di dominar se vuoi,
por l'arme in mano, a chi può più di tè.
Nissun mal'impunito è giamai stato,
e nissun bene anco irremunerato.
Nuoue taglie, e gabelle,
fan dir triste e spiaceuoli nouelle.
Non hai stile, arte, o bottega,
che non habbi qualche malitia.
Non è curato della Verola,
chi non sa dir ogni parola.
Non romper l'vuouo tenero,
se prima non hai concio il tuo pane.
Nissun' si vanti d'hauer l'amico trouato,
se prima piu volte non lo ha prouato.
Nissuna figlia senza amore,
e nissun' vecchio senza dolore.
Non viene alla vecchiezza,
Chi prima non passa la giouanezza.
Non ci sono i miglior trouatori del buon' vino,
che gli vbriachi.
Non ha fatto la natura cosa si sublima,
che la virtù non ne habbi trouata la cima.
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Dio Arno Venetia Verola
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