Per vna percossa, non cade un buon'arbore.
Pascendo, presi son gl'augei al vischio.
Ponge il villan chi l'onge, onge ch'il ponge.
Piu nel viso ch'altroue, vedonsi le macchie.
Piu ghiotto che l'orso delle pere.
Pur beato che le non furon pesche.
Piu tosto il corpo, che l'anima alle cattene.
Prouedi anzi ch'e' venga, al tuo bisogno.
Pietate è l'esser'empio, a l'huom'ingiusto.
Prima che morte ti colga, esci del vitio.
Più bello è il bello del cuor, ch'il bel del volto.
Prezza colui, che sempre amor ti mostra.
Pelle che non si vende, non si scortica.
Piu graue appar, che la vergogna il danno.
Pregar' un monte, che s'inchini.
Prouerbio ama chi t'ama, è fatto antico.
Per pian' andar, si scendon molte miglia.
Prima si cangia il pelo, ch'il vitio.
Pagare alla Romanesca di faremo.
Porco lento, non mangia sterco caldo.
Per santa, chi la canta.
Prometter non è dare, ma per matti contentare.
Piangerà domani, chi hoggi ride.
Poca barba, e rio color, sott'il ciel non è peggior.
Perder l'acqua, & il sapone.
Pianger al sepolcro della matrigna.
Perdonar'i corui, e punir' le colombe.
Per dimandar, non si perde nulla.
Pensar d'andar' a pascere, & andar' ad arare.
Per nulla serue, chi non è in gratia.
Piu tosto inuidia, che compassione.
Portar vasi a Samo.
Per variar, natura è bella.
Poco vale contra fortuna, scudo.
Piaga antiueduta, assai men duole.
Più sa il matto in casa sua, ch'il sauio nell'altrui.
Più si pente d'hauer parlato, che d'hauer tacciuto.
Piglia il bene, quando viene.
Portar polastri.
Portar pantofole.
Pedocchi, e pulci, abbandonano i morti.
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Romanesca Samo
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