Tirar' al colombaio degl'amici.
Tutti i groppi, vengono al pettine.
Tanto è mercante chi perde, come chi guadagna.
Tanto fà chi tiene, come chi scortica.
Tocca più la camiscia, ch'il giubbone.
Trista quella musa, che non sa trouar sua scusa.
Tristo quel soldo, che peggiora il ducato.
Trista quella casa, doue la gallina canta, & il gallo tace.
Tristo quel marito, che non si truoua alle sue nozze.
Tardi furono sauij i Troiani.
Tale rettore, tale i popoli.
Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia le zampe.
Tre furfanti, fanno vna forca.
Tre fratelli, tre castelli.
Tre donne, fanno un mercato.
Tal' carne, tal cortello.
Troppo, rompe il gioco.
Troppo, non vale nulla.
Tutto quel' che luce, non è oro.
Tutte le pietre, non son gemme.
Tutti i fiori, non sanno da buon'.
Tutti i matti, si fanno scorgere.
Triacca vecchia, & confettione nuoua.
Tardi vien' la medicina, quando l'huomo è morto.
Tutte le arme di Brescia, non armerian la paura.
Tanto è mio, quanto io godo e dò per Dio.
Taglia la la coda al cane, e sempre resta cane.
Tristo colui, che dà essempio altrui.
Troppo sperar', inganna.
Tanto va la capra alle verze, che ci lascia la pelle.
Testa digiuna, barba pasciuta.
Tal'Abate, tali monachi.
Tardi venner le lenticcie.
Tien l'amico tuo, con il viso suo.
Tentar, non nuoce.
Tardi non fur mai, gratie diuine.
Todos nada, dice lo Spagnolo.
Terra magra, fa buon frutto.
Tutte le bocche, son sorelle.
Terra negra, fa pan bianco.
Tanto va la zarra al pozzo, che ci lascia il manico.
Tutte le gran facende, si fan di poca cosa.
Tutti ci ridurremo in pelicceria.
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Troiani Brescia Dio Abate Spagnolo
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