Scusate molto mia franchezza, signor; in Italia il vino non si sa fare né bere."
Neppur bere?
No, oh, no, neppure bere.
Wenig nur verdirbt den Magen
Und zu viel erhitzt das Haupt.
Voi conoscete la mia lingua? No? Bene, è Goethe che dice questo: "Poco guasta lo stomaco e troppo infiamma la testa". Gl'Italiani o s'ubbriacano o bevono acqua. Dico per esagerazione, signor, per esagerazione. Bere una bottiglia al giorno è come bere acqua. I più savi lo bevono per igiene del ventricolo: capite? Nessuno per igiene del cuore, ad exhilarandum cor! Ridete? Siamo così tutti un poco latinisti in Germania, anche questi pitocchi e questi cani principi! Ebbene, tutti dovrebbero bere fino alla letizia, nessuno fino alla pazzia. Il vino è una gioventù perpetua. Finché io vivo voglio avere vent'anni per tre o quattro ore al giorno; ma io non ne avrò mai dieci: questa è la differenza."
Intanto il limpido Sassella scendeva dalle bottiglie, gli anni del segretario si staccavano, spiccavano il volo, a quattro a quattro, dalle sue vecchie spalle. Queste si rialzavano baldanzose dalla virilità declinante alla perfetta, che poi cedeva alla giovinezza matura. Scendeva il limpido Sassella; ed ecco arrivare l'età felice degl'impeti subitanei d'affetto, del facile intenerirsi, delle pronte e cieche amicizie. Il segretario stese le braccia, porse la barba sveva verso il compagno suo temperante e taciturno, gli afferrò una mano con ambe le proprie, gliela strinse forte.
Perbacco, signor, non avremo diviso il pane e il vino senza sapere i nostri nomi, eh?
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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