Pagina (17/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Veramente erano stati venduti parecchi anni prima della morte di sua madre, e il conte d'Ormengo poteva bene averli acquistati per caso. Per caso? Ah no, non era possibile.
      Sedette alla scrivania, trasse dal portafogli una lettera di gran formato, la lesse, la rilesse con attenzione febbrile.
      Diceva così:
     
     
      R... 10 agosto 1864
     
      Signore,
      noi non ci siamo mai visti e Lei, molto probabilmente, non ha mai inteso il mio nome, benché appartenga a una vecchia razza italiana che lo ha sempre portato in casa e fuori, a piedi e a cavallo, molto come si deve. È tuttavia necessario, per Lei e per me, che noi ci parliamo. Siccome io ho cinquantanove anni, Lei verrà da me.
      Troverà un calesse posdomani sera alla stazione di... sulla linea Milano-Camerlata; e troverà alla mia casa l'ospitalità poco cerimoniosa che io pratico con gli amici più saldi, i quali hanno poi la compiacenza di rispettare le mie abitudini. Mi permetto di dirle che vi è tra queste l'abitudine di aprire la finestra se un camino fuma in casa mia, e di aprire, se vi fuma un uomo, la porta.
      Io l'aspetto, caro signore, nel mio romitaggio.
     
      Cesare d'Ormengo
     
     
      Null'altro. La sapea pure a memoria quella lettera, ma avrebbe voluto cavarne fuori qualche parola sdrucciolata forse dietro le altre, scoprirvi, battendo e origliando a' vocaboli, delle cavità coperte, de' doppi fondi. Nulla; ossia il doppio fondo v'era e si sentiva; ma tanto fondo da non potervi arrivare né mano, né occhi.
      Era un amico o un nemico, questo signore che gli gettava silenziosamente in viso la memoria di sua madre e del tempo felice?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Ormengo Milano-Camerlata Ormengo