Ora vorreste sapere dove Vi ha condotto?
Naturalmente.
Silla tacque.
Oh, comprendo bene il Vostro desiderio, ma mi permetterò di non dirvi niente fino a stasera. Intanto Voi mi fate il favore d'essere un amico che viene a regalarmi il suo ozio annoiato, o un letterato che vuole assaggiare dei miei libri e del mio cuoco. Che diavolo, io non parlo di affari con un ospite appena entrato in casa mia. Questa sera chiacchiereremo. Credo che non starete poi tanto male qui da non poter trattenervi ancora.
Tutt'altrorispose Silla con impeto "ma Lei deve dirmi..."
D'una sorpresa che avete trovato qui? Sì, può essere che io Vi debba quello; ma io mi rivolgo alla Vostra cortesia per pregarvi di non parlarmene prima di stasera. Intanto venite: Vi farò vedere il mio Palazzo, come dicono questi zoticoni di paesani che potrebbero lasciare alla gloriosa civiltà moderna i nomi molto grandi per le cose molto piccole. La mia casa è una conchigliadiss'egli, alzandosi in piedi. "Già, una conchiglia dove son nati molti molluschi che hanno avuti umori differenti. Forse il primo aveva sì, degli umori un poco ambiziosi; Voi vedete qui dentro che ha lavorato il guscio alla diavola, senza risparmio. Non ce ne fu poi nessuno che avesse umori epicurei, per cui la conchiglia è molto incomoda. Quanto a me, ho l'umore misantropo e faccio diventar nero il guscio ogni giorno più."
Silla non osò insistere nella sua domanda; subiva un fascino. Il conte Cesare, lungo e smilzo oltre il credibile, con quel suo testone d'irti capelli grigi, con quegli occhi severi nel volto ossuto, olivastro e tutto raso, sorprendeva.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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Vostro Silla Vostra Palazzo Cesare
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