Il Palazzo sta sull'entrata di un recondito seno dove il piccolo lago di... corre ad appiattarsi fra due coste boscose. Costrutto nello stile del XVII secolo, fronteggia il mezzogiorno con l'ala sinistra e con la destra il ponente. Una loggia di cinque arcate verso il lago e tre verso il monte, corre obliqua tra le due ali, congiungendone i primi piani sopra un enorme macigno nero che si protende sull'acqua. Morso dallo scalpello del giardiniere, quel masso ha dovuto accogliere qua e là del terriccio dove portulache, verbene e petunie ridono alla spensierata. L'ala dritta dov'è la biblioteca, edificata forse per dimora d'estate, si specchia gravemente nelle acque della cala. In faccia, a cinquanta passi, ha una solitaria costa vestita di nocciuoli e di carpini; a destra un vallone erboso dove il lago muore; vigneti e cipressi le salgono dietro il tetto a spiar nell'acqua verde, tanto limpida che quando d'estate, sul mezzogiorno, vi entra il sole, lo sguardo vi discende lungo tratto per le grandi alghe immobili e vede giù nel profondo qualche rara ombra di pesce passar lentamente sui sassi giallastri.
L'ala sinistra guarda il lago aperto, montagne in faccia, montagne a levante; a ponente, verso la pianura, uno sfondo di colline, di prati rigati di pioppe cui si curva un arco di cielo. Tra levante e mezzogiorno il lago gira dietro un promontorio, un alto scoglio rossastro, a nascondervi la sua fine oscura; piccolo lago di misura e di fama, ambizioso però e orgoglioso della sua corona di monti, appassionato, mutabile; ora violetto, ora verde, ora plumbeo; talvolta, verso la pianura anche azzurro.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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Palazzo
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