Dio! Se fosse vero, mi vituperi, m'insulti!
Io non vi ho fatto venire in casa mia per vituperarvi. E poi, se avrete figli, pagherete. Bisognerebbe vituperar Voi, me e tutta questa buffonesca razza umana. Proseguiamo. Il Vostro libro non ebbe fortuna; per verità mi pare di potermi rallegrare con Voi, che la fortuna non è Vostra amica. Nel 58...
Il conte si fermò e poi riprese a voce bassissima:
Non è a temere che Voi dimentichiate mai il colpo che riceveste nel 1858.
Tacque daccapo, e per qualche momento durò non interrotto il silenzio.
Devo pur dirvi, a questo puntoriprese il conte "che se io V'intrattengo sui casi della Vostra vita oltre quanto sarebbe necessario per dimostrare che Vi conosco bene, si è perché intendo di meglio giustificare in tal modo le proposte che vado a farvi. Dunque, nel 59 avete fatto il Vostro dovere e Vi siete battuto per l'Italia. Vostro padre..."
Signor conte!
Oh, Voi mi conoscete molto male se potete credere che io voglia offendere davanti a un figlio la memoria di suo padre, anche se quest'uomo ha commesso degli errori e ha meritato delle censure. State tranquillo. Vostro padre non era più a Milano quando vi siete tornato Voi. Era nel paese straniero dove intendo che ha cessato di vivere due anni sono, nel maggio del 62. Vi trovaste solo colla Vostra letteratura. Allora foste improvvisamente chiamato a insegnar lingua italiana, geografia e storia in un istituto privato, di cui non conoscevate neppure il nome. Avete mai saputo come quei signori abbiano scelto appunto Voi?
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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