Io so che avete molto ingegno, molta cultura, che siete probo e che Vi è mancata la Vostra occupazione ordinaria. Io ho a proporvi un lavoro di lunga lena, mezzo scientifico mezzo letterario, di cui ho raccolto i materiali e che amerei fare io stesso se fossi mai stato uomo di penna, o almeno, se avessi l'età Vostra. Questi materiali sono tutti qui, presso di me, e io desidero mantenere una continua comunicazione d'idee con la persona che scriverà il libro, il quale dovrà quindi essere scritto in casa mia. Questa persona mi farà le sue condizioni, naturalmente.
Io non esco di qua, signor conterispose Silla "se Ella non mi dice come ha potuto sapere le cose che ha narrate!"
Dunque non volete che trattiamo di questo lavoro?
Così, no.
E se io adoperassi i buoni uffici di una persona che ha grande autorità sopra di Voi?
Pur troppo, signor conte, non vi è nessuno al mondo che abbia grande autorità sopra di me.
Io non Vi ho detto che questa persona sia viva.
Silla provò una scossa, un formicolìo freddo nel petto.
Il conte aperse un cassetto del tavolo, ne trasse una lettera e gliela porse.
Leggetediss'egli, e si gettò addietro sulla spalliera della seggiola con le mani in tasca e la testa china sul petto.
L'altro afferrò rapidamente la lettera, ne lesse la soprascritta e fu preso da un tremito violento che gli tolse di proferir parola. V'era scritto di pugno di sua madre:
PER CORRADO
Tremava così forte che poté a mala pena aprir la lettera. La voce cara di sua madre gli pareva venir dal mondo degli spiriti per dir parole non potute dire in vita e sepolte nel suo cuore sotto una pietra più grave di quella della tomba.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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Vostra Vostra Silla
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