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      Le parole erano queste:
     
     
      Se ti è cara la memoria mia, se credi ch'io abbia fatto qualche cosa per te, affidati all'uomo giusto che ti dà questa lettera. Dal paese della pace dove spero m'abbia posato la misericordia di Dio quando la leggerai, ti benedico.
     
      La mamma
     
     
      Nessuno dei due parlò. Si udì un singhiozzo disperato, prepotente; poi più nulla.
      Ad un tratto Silla, contro la sua ragione, contro la sua volontà, il suo cuore istesso, guardò il conte con tale angosciosa domanda negli occhi sbarrati, che quegli menò un furibondo pugno sul tavolo esclamando:
      No!
      Dio! Non ho voluto dir questo!
      gridò Silla.
      Il conte si alzò in piedi e allargò le braccia.
      Amica veneratadiss'egli.
      Silla piegò la testa sul tavolo e pianse.
      Il conte aspettò un momento in silenzio e poi disse a bassa voce:
      Vidi Vostra madre per l'ultima volta un anno prima del suo matrimonio. Ella mi ha scritto poi molte lettere di cui Voi eravate il solo argomento. Ecco perché io conosco molti particolari intimi della Vostra vita. Dopo il 58 sono stato informato da certi amici miei di Milano. Voi comprenderete facilmente perché abbiate ritrovato in casa mia quelle suppellettili; esse mi ricordano la persona più virtuosa e più rispettabile che mi abbia onorato della sua amicizia.
      Silla stese ambedue le mani verso di lui senz'alzare il capo dal tavolo.
      Il conte gliele strinse affettuosamente, le tenne qualche momento fra le sue.
      Dunque?
      diss'egli.
      Oh!
      rispose Silla alzando la testa.
      Era detto tutto.
      Benerispose il conte "adesso uscite, uscite subito, andate a pigliar aria.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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