I parenti di mia mogliecontinuò l'altro "hanno preso la bambina. È stata una carità perché la piccina non sarebbe stata bene con me solo, e con questo pensiero ch'ella si trovava meglio io ho potuto soffrire molto allegramente. Ma credete che non mi hanno mai data una notizia? Io le ho scritto ogni quindici giorni, sino a due anni or sono; non mi ha risposto mai. Potrebbe anche non essere più al mondo. Cosa è questo? Si beve, si fuma, si ride, ooh!"
Dopo questo epilogo filosofico il segretario tacque. Era notte oscura. La stradicciuola tagliava per isghembo un pendìo cespuglioso dal vallone del palazzo alle prime nere casupole di R... Abbasso, il lago dormiva. Nel Palazzo si vedevano ancora illuminate le finestre della biblioteca e altre due nella stessa ala, sull'angolo del secondo piano; una verso ponente, l'altra verso mezzogiorno. Prima di toccar le casupole, il sentiero svoltava fra i due muricciuoli bassi, in un avamposto di granoturco e di gelsi.
Dove andiamo?
domandò Silla affacciandosi all'entrata scura del villaggio.
Solo un poco avantirispose Steinegge, incoraggiandolo.
Le sarei grato se ci fermassimo qui.
Steinegge sospirò.
Come volete. Fuori del ciottolato, allora.
Ritornarono un passo indietro dai muricciuoli e sedettero sull'erba, dalla parte del ponte.
Io faccio come volete, signordisse il segretario "ma questo è molto male per Voi di non bere. Gli amici delle ore tristi sono pochi e il vino è il più fedele. Non bisogna trascurarlo. Mostrategli di vederlo volentieri, Vi accarezza il cuore: trattatelo male e, se un giorno ne avrete bisogno, Vi morderà."
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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Palazzo Silla Steinegge
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