E che non perdiate tanto tempo in giardino dove non c'è niente per voi!
Il povero dottore, sulle spine, aveva insinuata la punta del naso fra il re e la regina, e fissava fieramente il pedone avanzato del re nemico.
È la marchesina...
cominciò Fanny provocante, facendo girar la maniglia dell'uscio.
Dite alla marchesina di venir quainterruppe il conte.
Fanny se ne andò battendo l'uscio e brontolando.
Sciocca!
disse il conte, ritirando la sua regina dalla seconda casa dell'alfiere del re avversario, dove l'aveva portata senza avvedersi che un cavaliere la minacciava.
Fece un'altra mossa e soggiunse:
Non le pare, dottore?
È magari un po' leggerina, sì, già
rispose vigliaccamente il pitòr, spingendo due passi il pedone della regina e offendendo il pedone del re avversario.
Tenga bene a mente, caro dottoredisse il conte "non si perda colle pedine, specialmente quando giuoca in casa mia; non Le tornerebbe conto davvero."
Il dottore fece fare al suo cavaliere un salto fantastico.
Cosa fa?
disse il conte.
Quegli si batté la fronte, ritirò il pezzo e disse ch'era ottuso per il gran caldo, ch'era partito di casa alle undici e aveva fatto quattro o cinque visite sotto il sole bruciante.
Oh!
esclamò il conte trasalendo e guardando l'orologio. "E io che dimenticavo! Debbo andar a incontrare alcuni amici."
Al dottore non parve vero di poter troncare quella partita penosa.
Tralasciamo, tralasciamodiss'egli "verrò bene un'altra volta."
Ed ecco da capo Fanny.
La signora marchesina desidera saperedisse ella "cosa il signor conte vuole da lei.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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Fanny Fanny
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